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Giusy Laganà

La vita profonda di Martina Faedda, tra autolesionismo e anoressia per nascondere il dolore, uno dei libri piu' intensi del 2024

"Dicono che il momento in cui cresci davvero è quello in cui uccidi i tuoi genitori. Quando gli fai scendere dal piedistallo, ti rendi conto che sono persone fallibili come chiunque altro E che non hanno universalmente ragione, anzi spesso sbagliano, spesso hanno torto, spesso ti deludono. sono umani e imperfetti"

Quanto é difficile combattere contro le regole imposte dai genitori? Quando si riesce a vederli nei loro limiti e nei loro difetti, una volta diventati adulti?

 

Olivia é figlia di Vittorio e Gioele, due uomini che hanno scelto di crescere insieme la figlia di Ginevra, madre biologica di Olivia e compagna di Gioele prima e di Vittorio, dopo. 

 

Olivia é una ragazza con gravi disturbi alimentari. Cresce con l'obbligo dettato da Gioele di essere a tutti i costi molto magra perché esserlo equivale a bellezza, eleganza, compostezza. Le insicurezze, aumentano giorno dopo giorno, ritrovandosi di colpo nel baratro delle ossessioni e delle paranoie, sottolineate da un padre assente emotivamente dal metodo autoritario.

Lo stile educativo adottato diventa patologico quando si dimentica totalmente di mangiare e quando ci si ammala pur di rispettare il canone estetico educativo.

 

Dall'altra parte, il rapporto delicato e intimo con Vittorio, il padre non biologico che rappresenta la sua unica ancora di salvezza. Con lui, Olivia si sente amata e al sicuro. Fanno gite in montagna, parlano, si confidano. Poi, un giorno, Vittorio si ammala. Qui, Olivia inizia una lunga discesa verso, non solo la perdita dell'orientamento, ma un vero e proprio smarrimento del controllo del proprio corpo, dimagrendo sempre di più, fino a dimenticarsi completamente di sé stessa.


Olivia si convince che togliendo sostanza al suo fisico sanerà quello del padre, e scivola sempre più in un disturbo alimentare che finisce per impadronirsi di lei. Scopre però che sottrarsi in quel modo significa consegnarsi all’assenza, sfuggire a un abbraccio, non esserci quando l’altro a cui vogliamo così bene ha più bisogno di noi.

 

Al disagio di una nuova vita a Torino, di una famiglia strampalata a cui tutti dimostrano curiosità e domande, Olivia vive con un profondo disagio che nasconde il dolore che le appartiene e che cresce ogni giorno di più.

 

Olivia si ritrova a testa in giù dove ogni tentativo di rialzarsi appare incompiuto e il mondo non fa altro che continuare a capovolgersi ancora una volta facendola ritrovare con la faccia schiacciata sul pavimento. E' questa la sensazione che accompagna la lettura di La vita profonda di Martina Faedda, Nottetempo.


A darle conforto sono due amici, fratelli gemelli: un ragazzo, a cui si lega sentimentalmente, e la sorella, amica per la pelle, che però sarà il gancio per mettere in discussione l’identità sessuale di Olivia.


Perché leggere questo libro?

L'intensità del romanzo cattura il lettore in una dimensione che porta al centro delle problematiche e dei disagi che vive la Gen Z nella società di oggi: la difficoltà nella comunicazione, i sintomi depressivi e il rifugiarsi nell'autolesionismo pur di dar sfogo al proprio dolore senza affrontarlo veramente.

La scrittura é studiata, asciutta e al tempo stesso emotiva. Il libro é suddiviso in brevi capitoli scorrevoli e piacevoli. Quello che colpisce é che non si tratta di una storia immaginaria, ma reale. L'autrice ci racconta la sua esperienza e le difficoltà vissute. Perdere e lasciar andare un genitore, anche se non biologico, rappresenta una delle esperienze più dolorose. Olivia si ritrova tra un genitore biologico poco empatico e un genitore/tutore pronto a tutto per lei amandola come se fosse sangue del suo sangue.

Questo aspetto ci porta a riflettere su quanto, spesso, i legami non biologici, possano diventare quasi più' importanti di quelli naturali.

Il romanzi di Martina Faedda testimonia, non solo una sensibilità non comune e profonda, ma la narrazione di una esistenza travagliata e complessa legata, non solo al dolore, ma anche alle emozioni.


Martina Faedda è nata a Genova nel 1998 ed è stata adottata da Torino nel 2019. Si è laureata in Contemporary Humanities alla Scuola Holden e ha preso un master in Writing & Visual Storytelling allo IAAD. La vita profonda è il suo primo romanzo.


 


 

 

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