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Giusy Laganà

La santità del padre - di Giuseppe Foderaro


"Quasi volavano per il gusto di sentirsi vivi. Si sentivano immortali e belli, incorporei, frammentati di luce, sotto il tetto naturale e cangiante del fogliame, a trottare e gridare nella bianca foschia protesa verso il cielo."

Stanotte ho fatto un sogno molto particolare. C'eravamo io e un ragazzo biondo molto magro e alto quanto me, mai visto nella realtà. Credo che nel sogno fosse mio fratello. C'era una porta strana che da dove mi trovavo conduceva direttamente nel deserto. Da appassionata degli antichi egizi, sentivo sommergermi di preoccupazioni legate alle trappole nascoste e invitavo quello strano ragazzo a tornare indietro e a prestare attenzione. Uno stargate nella città, pensavo. L'adrenalina per l'avventura e il rischio di varcare quella porta pero' presero il sopravvento anche su di me.

Appena svegliata, il mio pensiero é andato ai fratelli Coisson, i protagonisti del libro "La santità del padre" di Giuseppe Foderaro pubblicato a giugno da Arkadia.


"In quei posti,dove gli odori e i colori quasi stordivano, i due ragazzi Coisson divennero una cosa sola, presenti ovunque ci fosse qualcosa di interessante da osservare o qualcuno da ascoltare."

Quello che mi ha colpito in primis di questa lettura é il rapporto tra Lorenzo e Ludovico, uniti nel bene e nel male. La loro fratellanza é sigillata da un legame inarrivabile e solido, quel rapporto che tutti vorremmo avere con i nostri fratelli o sorelle di sangue. Complici e alleati. Come scrive Foderaro - "così simili, così uguali, molto più che fratelli. Complici e alleati. Non avrebbero mai conosciuto, nel loro isolamento, l'affievolirsi delle sensazioni dell'età adulta che ogni aspetto mitiga con le convenzioni e la paura, la rassegnazione che contamina ogni cosa e fa affievolire spigolosità e slanci, appiattisce i colori, appanna ogni desiderio dietro i dettami della logica e le ragioni dell'etica."


Lorenzo, una volta diventato adulto, ritirato nella dimora avita per dedicarsi ai suoi affetti, dovrà fare i conti con una rivelazione che lo porterà a un vero e proprio percorso di rinascita sia spirituale che morale. Qui subentra la seconda parte della narrazione.

Nonostante sia stato sempre abituato ad essere assetato di curiosità, il rapporto con lo zio, il nuovo Papa, lo porterà a scoprire un mondo ancora inesplorato.

Un romanzo di formazione? Non solo. Giuseppe Foderaro con questa nuova pubblicazione scrive di un percorso interiore nel rapporto costante intrecciato alla natura e alle avventure vissute.

La scrittura é più matura ed emotiva rispetto ai libri precedenti. Le descrizioni sugli ambienti naturali sono esotiche, ricche e mai superflue. Con questo libro é confermato, Foderaro si afferma come voce nuova della narrativa italiana.


Un libro totalmente diverso da "Esoscheletro distopico" del 2020 dove si cercavano le proprie origini. Foderaro con "La santità del padre" ci insegna a cercare il nostro futuro:


La riflessione importante che scaturisce da "Esoscheletro Distopico" (Mursia, 2020) è senz'altro il nodo cruciale del libro: come facciamo ad essere quello che siamo oggi dal punto di vista storico e antropologico? Come abbiamo fatto a diventare esseri pensanti dediti eccessivamente allo shopping, agli status e all'effimero?

Esoscheletro Distopico porta il lettore alle origini di quello che l'uomo è stato, per arrivare alla consapevolezza di come, in termini di processo evolutivo, siamo diventati gli uomini e le donne di oggi: camminiamo eretti, acquistiamo cibo online, possiamo decidere di cambiare aspetto in termini estetici.

Giuseppe Foderaro, classe 1973,è scrittore, sceneggiatore e drammaturgo. Vive a Milano. Ha studiato sceneggiatura alla Scuola Holden di Torino. Tra le sue ultime opere, "Esoscheletro Distopico (Mursia, 2020) e "Aurelio riflesso - piccola suite sulla paura di riconoscersi" (commedia teatrale prodotta da Reading Goal). La sua personalità creativa e naif si rintraccia nelle sue opere e nel suo stile comunicativo.

Nel 2021 pubblica "La santità del padre" con Arkadia.





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