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Giusy Laganà per Viaggi Letterari

Bosco Bianco - Intervista a Diego Galdino


Ho avuto il piacere di intervistare Diego Galdino, autore di numerosi romanzi apprezzatissimi all'estero. Questa volta, come spiega sotto quanto segue, l'autore ha deciso di compiere una "scelta di cuore". Essere portavoce e punto di riferimento per chi decide di auto pubblicarsi. Con Bosco Bianco vuole dare un segnale forte al mondo editoriale e agli altri autori stessi. Perché scrivere é più importante di ogni altra cosa e l'auto pubblicazione non é il nemico.

  • Ciao Diego, prima di tutto è un piacere conoscerti. Ti seguo su Instagram e apprezzo il tuo sorriso che indossi sempre nella tua quotidianità. Vorrei sapere come fai a conciliare il tuo lavoro con l’attività di scrittore?

La mia è un po’ una doppia vita come quella di Clark Kent e Superman. Mi sveglio tutte le mattine alle quattro per scrivere un’ora e mezza, poi mi travesto da protagonista dei miei due romanzi dedicati al caffè e scendo al Bar a preparare il caffè agli altri personaggi delle mie storie. Poi se durante la giornata mi viene qualche buona idea mentre sono dietro al bancone del bar me l’appunto sul cellulare per poi svilupparla la sera a casa. In realtà, la soddisfazione più bella e che mi fa sentire meno la fatica di questa doppia vita è vedere i lettori dei paesi in cui sono stati pubblicati i miei romanzi, venire al Bar per farsi fare una dedica o scattarsi una foto dietro al bancone insieme a me. Vedere le loro facce incredule quando entrano nel Bar e mi trovano dietro al bancone a fare i caffè come il protagonista dei miei romanzi è qualcosa di bello a cui non mi abituerò mai. Lì si rendono conto che è tutto vero, che non mi sono inventato niente, che sono entrati a far parte delle mie storie come i personaggi dei libri che hanno letto. Per questo credo che il bar e lo scrivere siano per me due cose inscindibili. Lasciare il Bar sarebbe come lasciare casa. E poi trovo fantastico dare ai miei amici lettori sparsi per il mondo un posto dove potermi trovare sempre.

  • Con Bosco Bianco decidi di scegliere il Self Publishing. Con questa azione diventi portavoce di una decisione a cui molti rinunciano. In Italia, se non sei pubblicato da una casa editrice famosa, fai fatica ad emergere. La tua scelta controcorrente di chi è già famoso, ma nonostante tutto sceglie questa via è coraggiosa. Cosa ti ha motivato principalmente?

La scelta di autopubblicarmi è stata una scelta fatta con il cuore, perché con L’ultimo caffè della sera, si è conclusa la mia avventura editoriale col Gruppo Mondadori, e per pubblicare Bosco bianco con un editore di pari livello avrei dovuto aspettare la primavera del 2020. Ma io ho pensato che questa storia meritasse di essere letta il prima possibile, così ho deciso di autopubblicarmi, una scelta che per un autore come me poteva sembrare una scelta folle, però ho creduto in questa storia e ho voluto affidarmi completamente a lei, credo nei miei amici lettori che mi seguono e stimano da tanti anni e sono certo che mi aiuteranno a sopperire alla mancanza di un editore di livello facendo in modo che Bosco bianco non finisca nel cimitero dei libri dimenticati. Capisco che questo romanzo è un romanzo a cui voler bene, ancora di più degli altri scritti finora, quando leggo le recensioni positive e mi commuovo. Bosco bianco è un libro che nasce solo, forse una scommessa persa in partenza, un libro, fragile, vulnerabile, senza santi in paradiso, ma proprio per questo un libro da proteggere e aiutare, da far crescere in tranquillità, un libro che come gli altri merita di essere felice e di vivere la sua vita al meglio delle sue possibilità. Mai come per questo romanzo mi sento un genitore e un genitore non lascia mai da solo un figlio e così farò io.

  • Affermi che hai scritto Bosco Bianco in un mondo di grande paura nella tua vita. Quanto l’importanza dei legami si riflettono nel libro?

Il libro vive dei legami che intrecciano i protagonisti alla storia. Come il lettore vive legato ad una storia per empatia. L'abilità dello scrittore dev'essere rappresentata dal legame che unisce chi legge il libro ai protagonisti della storia, quasi che essi fossero la proiezione dell'altro e viceversa.

  • In Bosco Bianco scrivi una frase che mi è rimasta nel cuore. “Per perdersi non basta un posto, basta una persona”. Concordo con te pienamente. I luoghi non sono nulla se non sono legati a qualcosa di speciale o che per noi ha rappresentato una persona speciale. Tu sei un poeta dell’amore e scrittore romantico, passami i termini, ma insegni la realtà dei fatti. La nostra vita è continuamente influenzata dagli altri, nel bene e nel male. Le nostre decisioni, rinunce e spinte in ciò che non conosciamo, sono sempre dettati da persone che incontriamo. Quanto è vero di questo in Bosco Bianco? Quanto lo pensi tu come Diego e poi come scrittore?

Io credo che le decisioni più importanti per la vita di un essere umano siano quelle prese per un'altra persona o a causa di un'altra persona. E l'amore in tal senso è estremamente esaustivo. Bosco Bianco è la prova che l'amore è scevro dai dubbi. Amo perché non ne posso fare a meno, accada quel che accada.


  • In questo libro emerge la paura di perdere qualcosa a te caro e insegni, che nulla di costoso e materiale, può salvare l’animo. Da quel momento e da questo libro cosa hai imparato e tratto?

Ho imparato che per non perdere se stessi, basta scrivere.


  • Quanto l’amore può essere inganno e/o ingannevole per i protagonisti di Bosco Bianco?

L'amore non inganna. Esso è la verità assoluta. Chi ama non sbaglia mai.


  • Lasciaci una frase per ricordare questa intervista a noi lettori e blogger di Viaggi Letterari come Diego Galdino.

Leggere, dopo fare l'amore, è la cosa migliore che possa fare un essere umano.


Diego Galdino é una bella persona, non solo come autore. Alzarsi alle quattro tutte le mattine e dedicarsi alla scrittura é un atto prima di tutto eroico. Lo chiamo lo scrittore-barista, ma per me é un uomo che senza scrittura non é completo. Un eroe romantico per eccellenza, che dona ai propri lettori storie degne di essere ricordate sempre.



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