La circonferenza di una nuvola - di Carolina Capria
- Giusy Laganà per Viaggi Letterari
- 1 set 2019
- Tempo di lettura: 3 min

"La sopravvivenza é fatta di inganni: ci si racconta delle storie e si va avanti. E non importa neppure che le frottole siano credibili o ragionevoli, perché in alcuni momenti é tale il bisogno di credere a qualcosa da scegliere con lucidità di dare retta a una bugia".
Come ci si comporta quando si percepisce il proprio sé come inconsistente? Quando detesti il tuo corpo e non riesci ad accettarlo? Quando impari a vomitare? Quando il cibo inizia a farti schifo? Che effetto fa quando vedi un'altra persona allo specchio?
La circonferenza di una nuvola di Carolina Capria (maggio, 2019) é la storia di Lisa che a soli sedici anni si ritrova ricoverata per un anno in una clinica un pò particolare. Villa Erica é una grande casa dove insieme ad altre adolescenti come lei, si cerca di guarire da quel male di vivere che colpisce il cervello e lo stomaco. Colpisce la fame, l'intestino, gli occhi. Ti porta a non mangiare più per avere le ossa più sottili e i muscoli trasparenti. Ti porta a volere sola una cosa, scomparire piano piano.
"Papà sorride ogni volta che incrocia i miei occhi nello specchietto. Io tengo lo sguardo fisso sul finestrino. Entrando in autostrada ho visto un cartellone pubblicitario che diceva TUTTI I PASSI CHE HAI FATTO NELLA TUA VITA TI HANNO PORTATO QUI!, e non ho smesso di pensarci. Qui. In questa macchina diretta verso una residenza dove si curano i disturbi alimentari. Quali sono i passi che mi ci hanno portata? Qui. Dopo essere arrivata a pesare 36 chili e aver imparato a vomitare con un colpo di tosse. Quali sono i passi che mi hanno portata?"
Lisa ha smesso di mangiare perché vuole sparire. Non sa più cosa vuole e ha perso la spensieratezza. Ora si ritrova con un buco nero nel petto negli anni più difficili da superare per una giovane ragazza, da quale deve uscirne come adulta e non più come una bambina in un percorso tormentato.
Nell'istituto, Lisa conosce altre ragazze. Con loro trascorre giornate uguali, fino a quando scopre che dietro i quadri appesi nei corridoi ci sono delle lettere. Chi le ha scritte? Lisa inizia a leggere la storia di una ragazza che voleva disperatamente essere normale, spezzando la monotonia della sua vita in clinica e quella delle altre ragazze Susi, Reda e Mat.
"Ciascuna di noi in questo momento della vita sta sperimentando il proprio personalissimo modo di non essere abbastanza."
Attraverso queste lettere immaginano un mondo esterno attraverso gli occhi dell'autrice di quelle parole. Assaporano la voglia di tornare ad essere ragazze normali e non interrotte. Sognano, anche se in un corpo sempre più magro. E poi alla fine diventano una cosa sola. Come un bruco si trasforma per diventare farfalla, queste ragazze, seppur diverse e con problemi distinti, si stringono le mani per sopravvivere.
"Mi trovo nel buco nero che ha avuto la capacità di inghiottire non solo tutta la luce e le stelle, ma anche la mia chitarra, i mobili dipinti di celeste della mia stanza, la bicicletta, le mie amiche, i pomeriggi d'estate a spelare le nocciole sul terrazzo, i libri da leggere e quelli letti, quel biglietto del cinema conservato nel diario, i cosa vuoi fare da grande? la veterinaria....".

Carolina Capria, autrice del blog L'ha scritto una femmina, ci porta in un mondo spesso dimenticato e da quale non si ritrova la strada facilmente. Attraverso la storia di Lisa, Reda, Susi e Mat, racconta delle ferite che ci portiamo dentro, di quelle superate e di quelle più profonde. Affronta una difficile tematica sociale con verità e naturalezza, insegnandoci a guardarci prima di tutto da dentro e non solo da fuori.