Minuetto per chitarra - di Vitomil Zupan
"Adesso diciamo addio, Marjana. E non voltarti indietro. Vattene. Che nessuna sospetti nulla. Immagina che io sia partito per una spedizione nella foresta vergine - che io esplori alcune rapide del fiume OFNORETURN. Nessuno di queste uniformi potrebbe capire qualcosa del genere. Se i crucchi mi prendono, mi difenderò spiegando nel mio tedesco, ancora piuttosto buono, quanto io sia interessato alla relatività di tutti i fenomeni. Dammi ascolto ti prego."
Non lo conoscevo, eppure adesso mi ritrovo ad essere totalmente innamorata di questo affascinante e misterioso autore sloveno. Scrittore, poeta, drammaturgo e saggista dalla vita avventurosa e drammatica, Vitomil Zupan (Lubiana, 1914-1987), dopo una serie di viaggi in spirito bohémien e di lavori disparati, durante la Seconda guerra mondiale aderisce al Fronte di Liberazione del popolo sloveno. Internato a Gonars, riesce a fuggire e a unirsi alla resistenza. Nel 1948 è condannato a 18 anni di lavori forzati. Rilasciato nel ’54, in seguito si dedicherà esclusivamente alla scrittura spaziando tra vari generi. A causa delle sue descrizioni dettagliate di sesso e violenza, è stato soprannominato Hemingway sloveno ed è stato paragonato a Henry Miller. La sua scrittura ti cattura sin dal primo verso. Le sue riflessioni sulla vita sono crude, ma reali. La sua visione del mondo é dolce come un bacio rubato, ma amaro come un arrivederci dal gusto dell'addio.
Con Minuetto per chitarra, edito Voland, conquista il lettore attraverso due tempi storici, due narrazioni che s'intrecciano tra prosa e poesia. Sono gli anni della guerriglia slovena contro l'occupazione tedesca e della terribile frammentazione della Jugoslavia del 1941. Sono gli anni della resistenza e degli armamenti in campo. Accostato a classici americani come Addio alle armi e Comma 22, Minuetto per chitarra é un racconto complesso e mai consolatorio sulla guerra, attraverso due protagonisti indiscussi: il partigiano senza macchia e il nemico senza cuore. Due anime e due modi di interpretare la guerra senza rimorsi e senza rimpianti, senza colpe e senza perdono. Vitomil narra la guerra nelle sue atrocità e nelle sue violenze, ma ricorda all'uomo il desiderio di ritrovare quel legame con la sua natura più profonda, quella selvatica e quella riflessiva, mescolate insieme. Come scrive in questo libro, bisogna essere connessi alla frazione dell'attimo, di cui parla spesso. L'uomo, a differenza degli alberi, abusa della sua disuguaglianza e della teoria della felicità nell'uguaglianza. Basta un maniaco nevrotico depresso per trasformare la storia dell'umanità. I personaggi con un nome elargiscono riconoscimenti, onorificenze ed elogi, modellano le carriere delle persone, attribuiscono premi, infliggono punizioni e multe, accusano, insultano, dividono. Ma qual é allora la giusta via per la felicità?
"Ogni mandria di elefanti é capace di vivere, la mandria umana cerca, di inganno in inganno, di illusione in illusione, il giusto cammino".
Quello che uccide la vera natura dell'uomo, spiega Vitomil, é adagiarsi ai tran tran ripetitivi. Arrivano tempi che esulano da ogni abitudine. Arrivano momenti in cui bisogna ribellarsi per ritrovare il proprio io perduto nella routine. La guerra é uno di quei momenti in cui le persone, alla luce del sole, più che mai, si dividono tra bene e male.
"Con uno sforzo gigantesco l'essere umano grazie al suo sapere e alla sua immaginazione si apre un varco evadendo dal proprio ristretto ambiente verso tutto quello che esiste".
Un libro meraviglioso sul significato della vita e sulle nature dell'uomo. Un libro che vi catturerà e alla quale non potrete rinunciare. Il fascino di Vitomil vi legherà a sé fin da subito, le sue parole evocative e sorde trasmettono più dei suoni sovrastanti della guerra, superano il rumore più terribile: la paura.