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Giusy Laganà per Viaggi Letterari

Trittico contemporaneo - di Flavia Todisco



"Davanti alle sue menzogne, piccole e grandi, ho chiuso gli occhi: non le volevo vedere e me ne sfuggiva il perché. Lo giustificavo, raccontandomi che era fatto così, che quello era il suo modo di essere originale e bizzarro. Ho accettato, nascosto e negato la sua violenza".


Ho l'onore di conoscere personalmente Flavia Todisco, una donna meravigliosa e speciale. I nostri incontri sono sempre casuali, mai programmati e sempre intorno a tanti libri. Ogni volta che ci vediamo, mi lascia con una riflessione che solitamente dura circa un anno. Questa é la fortuna di conoscere una persona come lei, vera, profonda, sincera, semplicemente unica. Flavia esordisce giovanissima con una silloge di versi nel 1988 con Schegge per Gabrieli Editore, per poi seguire Senza scontrino non si esce per Robin del 2015 e Come gli scontrini in autunno per BLA nel 2016. Nel 2018 ha concepito Trittico Contemporaneo, il suo primo dramma.

Una drammaturgia importante volta a lanciare una provocazione dinnanzi a un grande problema sociale dell'epoca postmoderna: il femminicidio.

Ho avuto il piacere di partecipare allo spettacolo di Trittico lo scorso luglio al Teatro Libero di Milano. Semplicemente meraviglioso, con la partecipazione di attori bravissimi e una regia, quella di Flavia Todisco, eccezionale. Nel 2019 Trittico é diventato un libro. Un dramma raccontato attraverso le pagine e non solo sul palcoscenico. Una creatura in continua metamorfosi che ha trovato anche un pò di sosta in queste pagine emozionanti e ricche di brivido.


"Le ragazze sognano l'amore romantico e l'uomo gentile dal cuore sincero e, spesso, le confondono con qualche complimento buttato lì da chi coglie il loro candore e l'ingenua disponibilità a farsi accarezzare e cullare, senza porre troppe domande, senza guardare bene nell'animo".


Al centro vi é il femminicidio raccontato prima dal marito in carcere e poi, nella seconda parte, dalla moglie oramai defunta. Un'anima che cerca di spiegare ai lettori, in questo caso, il motivo perché é stata uccisa violentemente. Come se a parlare fosse la vittima, é vero, ma per difendere il marito e "giustificare" il feroce accaduto.

Trittico contemporaneo diventa una metafora della società di oggi, un aula di tribunale in cui il verdetto e il sentenzioso giudizio spetta solo a noi, pubblico composto da persone comuni, dinnanzi a vite spezzate che non possono tornare indietro, ma che potevano essere salvate.

Un argomento molto dibattuto in Italia, dato che il femminicidio é quasi all'ordine del giorno.


"Chi te lo insegna? Perché dopo, se magari hai la fortuna che qualcuno te lo dice, é troppo tardi! Ormai ti sei innamorata e abituata a quell'amore malato, che a te sembra unico e irrinunciabile. Per questo fai di tutto per rammendare, nascondere, accettare... E così sembri più scema, una stupida a tutti gli altri...".


Quando l'amore diventa violenza?

Quando la donna s'innamora della persona sbagliata, dell'uomo sbagliato, della società sbagliata. Quando la donna viene lasciata sola. Non viene creduta, ascoltata, compresa, accolta, rassicurata. Perché é una colpa della donna innamorarsi dell'uomo sbagliato? Perché l'uomo non ha mai la colpa dell'atto compiuto e deve essere sempre "giustificato"? Purtroppo le persone intorno fanno presto a lavarsene le mani e a dimenticare. Poi però rimangono solo le loro coscienze a dubitare e a fare i conti con un futuro di cui quella donna purtroppo non potrà vederne la luce. Bisognerebbe partire dall'educazione dei ragazzi, anche con l'aiuto delle istituzioni, laddove i nuclei famigliari risultano disagiati e problematici. Senza chiudere le porte e le saracinesche alle urla o agli strattoni, bisogna denunciare prima di tutto, bisogna avvisare, non bisogna "ignorare" e coprire.


Trittico contemporaneo é un libro meraviglioso alla quale non si può rimanere indifferenti. Una drammaturgia tramutata in pagine scritte dalla mano da chi una storia ama raccontarla. Una storia sospesa tra due tempi, passato e presente, dinnanzi a una giuria, noi, incapace di fermare la mano omicida del marito e il lamento di una donna senza peccato, se non quello di aver amato, forse troppo.




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