Dolcissima abitudine - di Alberto Schiavone
"Ho sempre avuto paura e mai ho avuto paura. Tutto é così. Conosco la fine della vita, tanto bene quanto il suo inizio che ci é stato concesso dalla divinità. Devi piangere e ridere, promettere di vivere e acconsentire alla fine. Tutto si mischia e rimani tu. Io."
Alberto Schiavone torna in libreria con un nuovo libro, edito Guanda. Dopo La libreria dell'armadillo, Nessuna Carezza e Ogni spazio felice (vincitore del Premio Fiesole Narrativa Under 40 e finalista al Premio Stresa), sorprende i lettori con una storia di vita travagliata, ma raccontata attraverso le parole e gli occhi di una donna che ha saputo riscattarsi e proteggersi.
E' la storia di Piera Cavallero che per la maggior parte della sua vita é stata Rosa, una prostituta. Rosa é una ragazzina istruita a guardare dallo spioncino la madre con i suoi clienti per imparare in fretta "il mestiere". Rosa é una ragazza che a diciassette anni deve partorire suo figlio per venderlo a Capromozza, uno sbirro losco del sud arrivato a Torino. Rosa é una ragazza incinta che trova l'amore nascosto tra i muri di un palazzo di notte. Rosa é una prostituta di alto borgo grazie a Gibbo e quella fanciulla, Lilì, che quel giorno, subito dopo il parto, fuggita da una madre mercenaria, la porta in salvo dalla strada. Ma Rosa quel bambino non lo ha mai perso di vista. Lo guarda e lo osserva tutti i giorni con la madre "adottiva", la moglie di Capromozza. Lo accarezza da lontano, perché é l'unica cosa sua quel bambino, l'unico che può darle ancora un briciolo di umanità e dolcezza, in una vita fatta di sesso a pagamento.
"Ci sono pensieri così tortuosi e magici, siano maledetti o gloriosi, che riescono a portare via una persona con un girotondo da mal di testa. Era successo così, a Rosa. Persa dentro un'ipotesi di futuro di cui non riusciva neppure a scorgere i contorni, aveva dimenticato di essere ferma in piedi davanti a un caffè, di stare apparendo una matta senza direzione".
Il libro si apre in una Torino del 2006, al funerale di uno dei suoi clienti più affezionati, il suo caro Aldo. Ora giunta a fine carriera, nei suoi sessantaquattro anni, Piera Cavallero racconta a ritroso la storia della prostituta Rosa.
A partire dai primi anni cinquanta, Rosa inizia la sua carriera nella casa di sua madre, per far studiare la sorella minore. A Rosa é destinato il lavoro peggiore, ma impara in fretta, analfabeta e senza grandi ambizioni, perfetta per vendere il proprio corpo. Una bella ragazza sola che impara a difendersi da chi l'ha vezzeggiata, picchiata e disprezzata. Rosa diventa una donna matura e ricca. Diventa una donna che non ha bisogno di nessuno. Una donna che ha come unico scopo della sua vita quello di conoscere suo figlio, diventato un uomo, ma tormentato da mille fantasmi.
Alberto Schiavone con Dolcissima abitudine regala ai lettori un libro raffinato, affrontando i lati maledetti e squallidi dell'esistenza umana, ma ponendo al centro una donna che non perde mai di vista l'amore per suo figlio. Una donna tormentata che vive della sua bellezza. Una donna che deve accettare tutto per evitare il demone più grande: la solitudine, che come scrive l'autore "In un'altra stanza c'è sempre una solitudine che promette le sue regole."
Un libro che vi cattura, vi tiene per la gola, vi lega le mani, vi stringe forte, per poi lasciarvi andare e liberarvi tra le ultime pagine, tra le parole di una donna quasi anziana, che non é rimasta sola.