Non chiamarlo amore - di Viviana Bardella
"Era peggio di una droga, e io ne ero assuefatta, completamente dipendente. Talvolta mi chiedevo se esistesse un modo per estirparlo dalla mia mente e dal mio corpo. Una medicina in grado di farmi dimenticare la sua esistenza. Un antidoto da usare contro di lui. Ma, se fosse esistito anche solo uno di questi rimedi, lo avrei usato? No. Come ogni drogato anch'io predicavo di voler smettere, mentre ogni volta ne prendevo una dose maggiore".
Spesso sappiamo che una cosa ci fa male, eppure continuano a farla perché senza di essa non possiamo stare. Ci ritroviamo a sviluppare una dipendenza, anche se fino al giorno prima abbiamo proclamato al mondo la nostra piena autonomia. Ci sforziamo di eliminare ciò che ci tormenta in quanto nocivo alla nostra vita, però poi ricordiamo più' le lacrime che i sorrisi. Vogliamo l'eterno, ma poi ci innamoriamo dell'effimero. Spesso chiamiamo amore quello che invece é solo attrazione fisica, confondendo il gioco per affetto. Ma come sappiamo le forme dell'amore sono molte, e spesso anche una forma così insolita può essere definita tale.
Carmelle é una ragazza poco meno che trentenne, proprietaria di una pasticceria nel cuore di Parigi. E' una donna che ha lottato con tutta se stessa per realizzare i suoi sogni. La sua vita le sta bene, anche se ha sempre meno amici e pochi incontri sentimentali degni di essere ricordati. Un giorno pero' la sua vita cambia improvvisamente. Un uomo misterioso dal fascino indelebile e carismatico visita il suo meraviglioso negozio. E' un incontro che la cambia irrevocabilmente, come tutti gli eventi che arrivano senza aver bussato alla nostra porta. L'attrazione per lui diventa una sfida, sino a quando scopre che Alain é un sadico manipolatore senza anima e dal torbido spirito, interessato solo al suo corpo e nient'altro.
"Non era amore e non era desiderio. Era un gioco al massacro, un inferno. Quell'inferno al quale non sapevo rinunciare".
Carmelle diventa vittima di un rapporto malato dove l'erotismo diventa il cuore pulsante. Diventa vittima di un carnefice violento che spesso abusa di lei e della sua sensibilità. E' un rapporto che le lascia cicatrici sul corpo, ma anche nell'anima. Perché lei non riesce a fare a meno di quest'uomo? Perché é così difficile allontanarsi da lui, anche quando una persona meravigliosa come Didier Masson celebra i suoi sentimenti così veri e profondi? Perché rinunciare alla felicità e all'amore puro, per inseguire una chimera che si é accanita contro ogni speranza di futuro, distruggendo ogni raggio di sole?
"Non lo guardavo per il suo aspetto fisico, anche se era tutt'altro che sgradevole. C'era qualcosa in lui che mi attirava più del suo bel viso, dei suoi capelli brizzolati, del suo naso perfetto e delle lunghe ciglia che contornavano gli occhi scuri".
Perché "Non chiamarlo amore" di Viviana Bardella, un libro dai tratti Noir, in una Parigi dove la gente corre e non si ferma mai, dove l'apparenza nasconde l'impensabile, diventa il simbolo del sacrificio della propria vita in nome di un amore nella sua forma più borderline. Diventa la bandiera degli amori malati diffusi in una società abitata da annoiati e insoddisfatti. Perché si può sviluppare una dipendenza anche nei confronti di una persona che entra come un fulmine nella nostra vita e che la pretende, anche se come stalker o sadico. Spesso non siamo così diversi da chi disprezziamo, perché forse é proprio quello di cui noi abbiamo bisogno, consapevoli dell'effetto catastrofico che avranno sulle nostre vite.
Viviana Bardella scrive un libro che divorerete in un giorno di pioggia autunnale con famelica curiosità. E' un libro che vi lascerà un languore di amarezza, ma solo perché racconta della vita e di una storia dai colori grigi come spesso é la vita. La storia di Carmelle vi farà arrabbiare, ma capirete che non potrete giudicare, perchè alla fine siamo tutti vittime prima di tutto di noi stessi.