Un ragazzo normale - di Lorenzo Marone
“La verità […] è che il più grande potere a disposizione dell’uomo, caro Mimì, quello che ci rende davvero grandi e liberi, è la cultura […]”
1985. Vomero, Napoli. Mimì vorrebbe essere un supereroe. Crede che solo essendo uno di essi potrebbe finalmente trovare il suo posto nel mondo. Perché Mimì, nel suo quartiere, è visto come una persona originale, sempre il naso infilato in un libro o intento a dare sfoggio della cultura acquisita utilizzando termini forbiti e sconosciuti ai più. Giancarlo Siani, venticinquenne giornalista e proprietario di una Mehari verde con tettuccio apribile, è considerato altrettanto originale perché, nei suoi articoli, racconta di quanto accade e osa parlare di camorra in un mondo dove spesso non si osa neanche sussurrare quel termine.
Fra la primavera e l’estate del 1985 le strade di Mimì, in crisi con gli amici e innamorato perso di una ragazza forse punk e forse no, e di Giancarlo finiranno per incrociarsi più volte, dando modo a Mimì di trovare un amico e un confidente con cui confrontarsi. Giancarlo è ciò di cui Mimì ha bisogno: una persona concreta, consapevole e curiosa. In pochi mesi e nello spazio di qualche incontro la vita di Mimì cambierà completamente. Perché Giancarlo è un ragazzo solo di qualche anno più grande, che vuole andare ai concerti di Vasco e diventare grande.
L’arrivo di settembre cambierà tutto per Giancarlo e il suo coraggio e Mimì e la sua voglia di stupire il mondo con la sua cultura. La violenza farà irruzione al Vomero e niente sarà come prima, anche se la vita continuerà a scorrere, imperterrita, costringendo tutti a venire a patti con essa, almeno in qualche modo.
Questo libro è un inno alla cultura, alla volontà di perseguire i propri sogni ed ideali anche in situazioni avverse e alla giovinezza piena di sogni e di poche certezze. La figura di Giancarlo Siani (giornalista che prima di questo libro non conoscevo) è tratteggiata in modo magistrale e appare come un personaggio a tutto tondo, non come un eroe senza macchia né paura. È, semplicemente, un giovane con ideali e valori forti che vuole portare avanti per costruire un futuro migliore. Forse è proprio questo il maggiore lascito del libro: la speranza che ognuno, anche nel piccolo della propria vita semplice, trovi qualcosa per cui combattere. Qualcosa in cui credere. Qualcosa per cui battersi a seconda delle proprie forze per portare un miglioramento, piccolo o grande che sia. In fondo siamo tutti ragazzi normali che, con le loro azioni, possono portare cambiamenti nella propria realtà senza dover diventare supereroi. Sono gli ideali le uniche cose che potrebbero portare ad un cambiamento reale nel mondo, non i superpoteri di fantomatici eroi.
“Gli ideali, Mimì, i grandi ideali hanno trasformato il mondo, non i superpoteri. Gente normale, come te, come me, che credeva fortemente in qualcosa. Le idee vere, forti, non muoiono mai”