Memorie di una ragazza perbene - di Simone De Beauvoir
“C’era tutto da fare; tutto ciò che in passato avevo desiderato di fare: combattere l’errore, trovare la verità, dirla, illuminare il mondo, magari contribuire addirittura a cambiarlo. Ci sarebbe voluto tempo e fatica per mantenere anche solo una parte delle promesse che mi ero fatte, ma questo non mi spaventava. Nulla era risolto, tutto restava possibile”.
Una personalità capace di cambiare il mondo, specie quello femminile. Autrice di numerose opere tra cui il Secondo Sesso, un manuale di femminismo che possiamo definire una vera e propria enciclopedia. Una donna intelligente, caparbia, contro l’ideale borghese di donna tipico dei canoni pre-moderni.
Simone è stata in grado di ridiscutere la figura della donna come essere emancipato al pari di quello maschile attraverso la sua autobiografia. Non esistono differenze e discriminazioni.
La sua è una lunga confessione contro la società borghese francese attraverso lo sviluppo di una coscienza critica limitata dal famoso “soffitto di vetro”. Convinta che donna non si nasca ma si diventa, ha portato avanti la tesi che nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo; è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna.
Infanzia e adolescenza costituiscono la trama quasi romanzesca di "Memorie di una ragazza perbene", prima parte dell'autobiografia di Simone De Beauvoir.
Le tappe obbligate di una educazione sentimentale, l'inevitabile scontro con la famiglia e l'ambiente sociale dell'alta borghesia francese conservatrice e bigotta, i meschini pregiudizi di un mondo in declino insieme ai primi dubbi, i contrasti sentimentali, le tensioni. Tutto questo accompagna Simone nel lungo viaggio verso la conquista di sé, fino agli anni dell'età adulta in cui l'autrice inizia a ribellarsi al modello di donna. Contro ogni convenzione, non pensa mai al matrimonio, considerato quasi una trappola che impone alla donna i ruoli sociali tradizionali, ma continua a dedicarsi allo studio. Qui entra in contatto con il fermento culturale e anticonformista del mondo degli intellettuali francesi. Conosce e studia con Merleau-Ponty, Raymond Aron, Simone Weil, Paul Nizan e ovviamente Jean Paul Sartre. Nel filosofo, la donna trova il compagno perfetto, quasi un alter-ego, grazie al quale rimettere in discussione una certa superbia e con cui poter condividere pensieri e passioni senza dover scendere a patti con la propria femminilità.
Simone de Beauvoir, rimettendo la biologia al suo giusto posto, ha fatto esplodere le sbarre della prigione femminile. Sostenendo la causa della libertà contro la necessità naturale, ha contribuito a produrre cambiamenti nella mentalità collettiva, e non è del tutto estranea al riconoscimento del diritto alla contraccezione e all'aborto. Se qualcuno se ne rallegra, altri invece fingono di ignorare che questo diritto rivoluzionario ha sancito definitivamente il primato della cultura sulla natura.
In occasione della celebrazione dell' 8 Marzo, vi riporto un'estratto del libro di Simone:
“Trovava detestabile la società così com'era, ma non detestava detestarla; a quella ch'egli chiamava la sua "estetica d'opposizione" conveniva assai bene l'esistenza degli imbecilli e dei mascalzoni, anzi la esigeva: Se non ci fosse stato niente da abbattere o da combattere, la letteratura non avrebbe avuto molto interesse. Il mondo, intorno a me, era un'enorme presenza confusa. Camminavo a gran passi, sfiorata dal suo fiato greve. Mi dicevo che, tutto sommato, vivere era ben interessante. Io non ho personalità, mi dicevo tristemente. Ero curiosa di tutto, credevo all'assolutezza del vero, alla necessità della legge morale; i miei pensieri si modellavano sul loro oggetto; se a volte uno di essi mi sorprendeva, voleva dire che rifletteva qualcosa di sorprendente. Preferivo il meglio al bene, il male al peggio, disprezzavo lo spregevole. Non scorgevo alcuna traccia della mia soggettività. Mi ero voluta senza limiti ed ero informe come l'infinito. La cosa paradossale è che mi accorsi di questa deficienza proprio nel momento in cui scoprivo la mia individualità. Sviluppare capacità fatalmente destinate a rimaner limitate e relative, era un'impresa così oziosa che mi contrariava: avevo soltanto da guardare, da leggere, da ragionare, per raggiungere l'assoluto! ".
Questo libro ho avuto occasione di leggerlo quando avevo diciannove anni, prima della maturità per la mia tesi sul femminismo, in cui ovviamente sono state le opere di Simone ad essere protagoniste della mia discussione storica, filosofica e sociologica. Simone è magnetica e accattivante. La prima parte del libro è autobriografica, ma è essenziale per concepire la sua coscienza critica e arrivare alla seconda parte del libro in cui scatena la propria ideologia per stravolgere le regole dell'inquadramento e collocazione femminile nella società post-moderna.
Le sue parole, i suoi racconti, le sue frasi indelebili nei nostri animi, hanno davvero, cambiato il mondo. Ogni donna dovrebbe leggerla perchè noi tutte dobbiamo ricordarla.